Dal greco rytmhos e dalla stessa radice indoeuropea di rein che significa "scorrere". Ritmo e' quindi una "successione regolare nel tempo di suoni, accenti, cadenze e movimenti". Quale importanza rivesta questa armonia sul piano estetico ed ancor piu' su quello funzionale dell'attivita' dell'uomo e' evidente; basti pensare al ritmo circadiano che scandisce le fasi giornaliere della nostra vita (ritmo sonno/veglia, produzioni ormonali ed enzimatiche, ecc. ecc.) Nel canottaggio il ritmo e' il continuo alternarsi di propulsione di fase di corsa libera e la loro formazione. Quindi, mentre la frequenza di palate rappresenta il numero dei colpi al minuto, il ritmo descrive la successione temporale delle due fasi di ogni singolo colpo. Pertanto, a parità di frequenza si possono avere diversi ritmi tanti quanti sono le possibilità di durata della passata in acqua e della ripresa. In genere, a parità di frequenza di colpi, avanza più velocemente l’imbarcazione dell’equipaggio che ha una durata maggiore della ripresa. In ogni caso il ritmo migliore è quello che ha la successione ideale fra tensione durante il tiro e rilassamento durante la ripresa.
In realtà esiste una ripresa troppo breve ed anche una ripresa troppo lunga. Nel primo caso la presa d’acqua avviene quando la barca ha ancora una buona velocità (l’impulso precedente non viene sfruttato completamente) Nel secondo caso la presa d‘acqua tardiva fa scemare eccessivamente la ve1ocità raggiunta con il colpo precedente (il nuovo colpo inizia a barca quasi ferma e diventa troppo duro). Ancora, nel primo caso l’equipaggio termina il percorso con affanno senza aver impiegato completamente la sua forza resistente, nel secondo caso la gara viene terminata senza affanno ma con i muscoli a pezzi per l’eccessivo impiego di forza.
La bravura del
capovoga sta nell’individuare il ritmo ideale per ogni specifica
situazione di gara; per esempio, col vento a favore si può
prolungare relativamente la ripresa, perché il vento aiuta a
mantenere più a lungo la ve1ocità. L’inverso avviene col vento
contrario per il motivo opposto. Anche quando l’equipaggio è stanco può
essere necessario un aggiustamento del ritmo da adeguare alla
variazione dell’intensità delle passate in acqua.
Il ritmo è quindi la continua
successione di tensione e rilassamento.
La fase di ripresa è una fase di rilassamento completo
essa richiede a livello psichico una completa concentrazione per il
bilanciamento della barca per la preparazione del corpo e del
remo per la nuova palata. Tuttavia nella fase di ripresa non è
necessario quasi nessun impiego di forza. Dopo la dura passata in acqua è
necessario pensare coscientemente ad uno scioglimento e ad un
rilassamento della muscolatura. Benchè questo obiettivo diventi
sempre più difficile all’aumentare della frequenza di palata, anche se per
un attimo, deve esser sempre perseguito. Il concetto di ritmo di voga
ha il suo fondamento in una successione di tensione e di
rilassamento. Alla fase di forte cimento muscolare
(propulsione) segue una fase di prevalente concentrazione psichica
(ripresa). Il rimo della voga viene espresso anche in cifre nel rapporto
di tempo della spinta (tensione
) e ripresa (rilassamento);un buon ritmo ha
sempre un rapporto di esclusione, forse, delle prime palate alla partenza.
Un rapporto 2:1 vorrebbe dire, per esempio, che la fase di ripresa
(rilassamento) dura il doppio della fase di propulsione (tensione).
Ogni equipaggio deve fare delle prove per trovare il rapporto di
ritmo migliore. Questo dipende dalla forza impiegata in ogni
singola palata e della frequenza di palata impiegata. Il rapporto è
razionale quando la velocità raggiunta con la propulsione durante la fase
di ripresa può svilupparsi interamente (la barca corre) e la nuova
propulsione avviene prima che la velocità cali troppo. In generale si
può dire che nelle imbarcazioni lunghe, la differenza tra spinta e
ripresa può essere tenuta più bassa che nei tipi di imbarcazioni
piccole. Responsabili del ritmo sono in ogni caso il capovoga ed il numero 2,
il quale trasmette sull’altro lato il ritmo del
capovoga. I
membri dell’equipaggio devono sempre seguire il capovoga, senza
discussioni ed interferenze. Un capovoga senza il senso del ritmo va
cambiato, non discusso. L’esatto coordinamento nel tempo dell’equipaggio
provoca il ritmo
dell’equipaggio. I Movimenti esattamente coordinati nel tempo e qui citiamo necessariamente una contemporanea presa d’acqua ed una contemporanea estrazione, vengono definiti anche come “sincronizzazione”. Se il gioco delle forze avviene come ad un solo uomo, si parla di unita’ dinamica di un equipaggio.
Un buon esempio di valutazione del ritmo si ha controllando le tabelle relative al ciclo di voga di Ivanov e Mc Kenzie qui sotto riportate.
|
Atleta | FB | Durata ciclo | Ritorno | Passata in acqua | Presa d'acqua | Estrazione |
Ivanov | 34 | 1,750 | 0,969 | 0,781 | 0,031 |
0,125 |
Mc Kenzie | 28 | 2,156 | 1,281 | 0,875 | 0,045 |
0,141 |
Tempo necessario per | Ivanov | Mc Kenzie |
Passata in acqua (A) | 0,781 sec = 100% |
0,875 sec = 100% |
Presa d’acqua (B) | 0,031 sec = 4,0% |
0,047 sec =5,4% |
Estrazione (C) | 0,125 sec = 16,0% | 0,141 sec =16,1% |
B+C | 0,156 sec = 20,0% | 0,188 sec =21,5% |
Propulsione | 0,625 sec = 80,0% |
0,687 sec =78,5% |
Ivanov= 0,969sec/0,625sec=1,55
McKenzie=1,281sec/0,687sec=1,87